Quando magari sogni paesaggi infiniti, lontani dalla civiltà, con vedute mozzafiato, probabilmente non ti verranno mai in mente le favolose Rainbow Mountains, le Montagne Arcobaleno. Sono talmente belle che ti chiederai se sono il frutto della mano dell’uomo oppure no. In realtà è stato uno dei paesaggi più belli che abbia mai visto in vita mia.
Somewhere over the Rainbow Mountains
Andare alla scoperta delle Montagne Arcobaleno non è per tutti. Io sono partita con il mio gruppo da Cusco con un tour organizzato in pullmino verso le tre e mezza – quattro del mattino. Dopo tre ore di viaggio siamo arrivati finalmente al campo base dove ci aspettava una ricca colazione a base di un pane dolce con burro e un omelette di verdura accompagnato da una tazza di the caldo. Solitamente quando si fanno questi trekking è sempre meglio riempirsi lo stomaco così da evitare cali di pressione durante il cammino. Finita la colazione la camminata è finalmente cominciata.
La camminata verso l’arcobaleno
Nessuno potrà mai farti capire quanto può essere pesante questo tipo di trekking finchè non lo intraprendi. Inizialmente sembrava abbastanza semplice, tutta in pianura, con una veduta bellissima che mi ha accompagnata continuamente. Montagne maestose, lama e alpaca che pascolavano tranquillamente, pastori che sonnecchiavano sotto il sole e l’aria fresca di montagna che mi faceva arrossare le guance. Man mano che continuavo a camminare però la situazione è cambiata, trovandomi a più di 5 mila metri di altezza quella maledetta altitudine ha cominciato a farsi sentire e l’unica cosa utile da fare è stata masticare foglie di coca per attenuare il mal di testa e darmi più energia. Dopo un’ora e mezza di cammino, sprofondando ogni tanto in qualche pozza di fango, ho cominciato ad illudermi, sembrava veramente troppo semplice, e arrivo finalmente all’entrata della riserva. Questo però era il punto in cui la vera scarpinata è cominciata, con una salita, una salita moderata ma che mi ha fatto impazzire il cuore, la testa e i polmoni. Ma ho tirato avanti, ero a metà strada anche se la meta non si vedeva. Venivo tentata continuamente da chi mi offriva un passaggio a cavallo, venivo tentata dalle mille rocce pronte ad accogliere le mie stanche membra, ma ho tirato avanti camminando.
Quanto manca?
“Quanto manca?” Questa era la domanda che continuavo a fare appena incontravo una guida o il medico del campo, quest’ultimo faceva avanti e indietro per il cammino ad una velocità impressionante soccorrendo chi non ce la faceva più, e loro mi rispondevano continuamente “un’ora-quaranta minuti”. La meta non si vedeva. Dopo tre ore di cammino, una quantità indefinita di foglie di coca e non so più quante caramelle alla mela ingerite, finalmente vedo il punto d’arrivo in cima ad una salita che sembrava non finire mai. Ero li però, non potevo più fermarmi e sono andata avanti. Un’altra mezzora e lo spettacolo era davanti ai miei occhi. Dall’alto della montagna riesci a capire perchè vengono chiamate Montagne Arcobaleno, i colori che ti si presentano davanti non riuscirai mai a catturarli in una fotografia e non li vedrai mai più in nessun altro posto. Da li vedi l’infinito, un cielo infinito, una terra infinita, delle montagne infinite, dei colori infiniti. Una bellezza infinita.
Ti metti alla prova
Questo tipo di esperienze ti mettono alla prova, ti fanno capire quanto vali e quanto puoi ancora valere. Non sono delle esperienze che ti provano solo fisicamente ma ti cambiano anche mentalmente. Ti fanno capire che puoi fare tutto ciò che vuoi, che il mondo non è solo quello che riusciamo a vedere con i nostri occhi tutti i giorni ma è molto di più, che anche un tramonto può far piangere, che anche una distesa immensa di colori può far emozionare, che anche le cime di montagne innevate possono sorprendere.